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Se ve ne importa qualcosa degli Oscar, l’unica immagine che vorreste vedere nella notte del 28 febbraio, è quella di Leonardo DiCaprio con Kate Winslet mentre, trionfanti, alzano una statuetta a testa. Sono candidati entrambi, lui come miglior attore protagonista per Revenant, lei come miglior attrice non protagonista per Steve Jobs. Lui è alla sua quinta nomination ma, come ben ci racconta certa spassosa narrativa di Internet, non ha mai vinto. Lei è alla sua settima candidatura ma ha già vinto una volta, per The Reader, nel 2009. Sono quasi coetanei (un anno in più per Leo) e, soprattutto, sono entrambi diventati quello che sono grazie a un piccolo film del ’97 che probabilmente avete visto, Titanic. I due sono amici, anzi sono la coppia di amici più bella che esista a Hollywood, sono il poster vivente di quella cosa rara ma splendida, quando nasce, l’amicizia tra un uomo e una donna. Soprattutto perché, non essendo mai stati né fidanzati né sposati tra loro, è molto probabile che resteranno amici per sempre. Titanic, e il legame che ha creato, li unisce, anche se sul fronte vita personale non potrebbero essere più diversi. Leo non si è mai sposato né ha figli, mentre Kate lo ha fatto tre volte e da ognuno dei mariti ha avuto un figlio: Mia, 15 anni, dal regista Jim Threapleton; Joe, 12, dal regista Sam Mendes; Bear, due anni, dall’imprenditore Ned Rocknroll. All’altare di questo terzo matrimonio, in una cerimonia per pochissimi, l’ha accompagnata proprio Leonardo.
Incontro Kate a Londra, in una breve pausa della campagna per gli Oscar. Sta promuovendo il film Codice 999 di John Hillcoat, un thriller molto dark che uscirà in Italia a fine marzo, dove è l’unica donna in un cast tutto maschile: Casey Affleck, Chiwetel Ejiofor, Anthony Mackie, Aaron Paul, Norman Reedus, Woody Harrelson. Interpreta la moglie di un boss della mafia russa incarcerato. La spietata Irina gestisce gli affari del marito, ovvero: incaricare un gruppo di poliziotti corrotti di commettere rapine e stragi sanguinarie. Un personaggio di spaventosa crudeltà. Come sempre, Kate è bravissima, nel film parla persino con l’accento russo.
Periodo impegnativo?
«Non me ne parli. Come se non bastasse, abbiamo appena preso un cane. Un cucciolo di Golden retriever, si chiama Digger, è bellissimo. Ma mi ci mancava anche questa».
Codice 999 non è esattamente il tipo di film in cui ci si aspetta di vederla.
«Ha ragione. Pensi che quando John, il regista, mi ha dato una specie di libro che aveva preparato con una serie di immagini, tutte violentissime, per farmi capire lo stile del film, io ho saltato molte pagine, perché non è proprio il mio genere. Non mi sono mai piaciuti i thriller, i miei film preferiti sono cose come Quel che resta del giorno, per capirci».
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